Cispel-confservizi colpisce ancora: dopo aver incensato gli inceneritori di rifiuti e la privatizzazione dei servizi pubblici (mentre il resto del mondo pensa alle exit-strategy), adesso il suo presidente De Girolamo promuove a pieni voti il fallimentare rigassificatore di Livorno (Tirreno del 26.09.14), altra bella pensata proveniente da quel mondo di strane relazioni tra politica, affari e fondi pubblici prelevati dalle tasche dei cittadini.Il decreto del governo, che fa gioire De Girolamo perché definisce "strategico" un rigassificatore vuoto e senza contratti di fornitura, non serve ad altro che a caricare sulla bolletta dei cittadini i mancati ricavi della società che lo gestisce, pari a circa 80 milioni di euro all'anno. Sarebbe "strategico" perché si trasformerebbe in sito di stoccaggio per il gas da utilizzare nei "momenti di crisi", tutti da verificare e previsti da chi da almeno 20 anni non ne azzecca una: infatti il rigassificatore è costato il doppio del previsto e non serve a niente.
Tra l'altro, le autorizzazioni concesse per fare una cosa non dovrebbero più valere, a rigor di logica, se l'impianto viene destinato ad utilizzi diversi. Dovrebbero interessarsene anche le Capitanerie di Porto, magari richiamando il famoso comandante De Falco, che oltre ad aver strapazzato Schettino durante la tragedia della Concordia ha avuto anche modo di firmare una relazione negativa sulla sicurezza a bordo del rigassificatore, senza essere poi a quanto pare riconvocato durante una seconda ispezione.
Andrea Romano - IDV Livorno
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