lunedì 5 maggio 2014

FACCIAMO CHIAREZZA: L'ACQUA E' PRIVATIZZATA, PER QUESTO COSTA SEMPRE DI PIU'


Devo una risposta al signor Sergio Lucchesi, che afferma sulle pagine della Nazione di essersi pentito di aver votato per l'acqua pubblica dopo gli ultimi aumenti della tariffa, chiedendosi se non sarebbe stato meglio invece affidare la gestione dell'acqua ai privati.
Mi pare che Lucchesi abbia le idee parecchio confuse, perché la gestione di ASA è affidata ai privati ormai da oltre un decennio, dopo la privatizzazione deliberata nel 2003. La "gara" effettuata per trovare un socio privato vide tra l'altro un solo partecipante, l'ex AMGA di Genova ora diventata IREN: società quotata in borsa con svariati miliardi di euro di debiti e con un gruppo dirigente che venne falciato l'anno scorso da arresti e avvisi di garanzia, tanto per gradire.
Dopo l'acquisto del 40% delle azioni da parte del socio privato, vennero affidati ad esso i poteri di gestione, compresa la nomina dei due terzi del consiglio di amministrazione e dell'amministratore delegato. Così, dopo i costi dovuti ad una gestione pubblica inefficiente (non eliminati dal privato), si è aggiunta anche la sete di profitto del socio privato su un bene pubblico essenziale come l'acqua: da qui le impennate tariffarie per garantire sia il guadagno del privato che la necessità di coprire i debiti contratti con le banche. In più, oltre alle bollette, i cittadini pagano pure per finanziare le opere idriche attraverso imposte e tasse (che vanno a finire nei fondi CIPE e regionali).
Per questo in tutto il mondo si lavora per tornare ad una gestione pubblica dell'acqua, che sia però efficiente anziché costosa e clientelare: a Parigi per esempio le tariffe sono calate dell'8% dopo un solo anno di gestione ri-pubblicizzata, mentre il referendum in molte parti d'Italia e a Livorno non è ancora stato applicato. 

Andrea Romano - Consigliere comunale IDV Livorno

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