domenica 17 marzo 2013

VIA I PRIVATI DA ASA, RISULTATI DISASTROSI


Dopo la grave crisi idrica che ha colpito la Città di Livorno è necessario approfondire le responsabilità soggettive e, una volta accertate, provvedere di conseguenza.
Ma c'è anche e soprattutto una causa oggettiva del disastro, uno sgretolamento dell'attuale sistema di gestione del servizio idrico che sta facendo venire tutti i nodi al pettine.
Per quanto riguarda Livorno, ASA s.p.a. è una società posseduta per il 40% da un socio privato quotato in Borsa, il gruppo IREN s.p.a., a sua volta proprietà di grandi comuni del Nord, di varie banche e finanziarie, ecc. Questo gruppo ha quasi tre miliardi di euro di debiti, sta buttando al vento come socio di OLT circa 800 milioni di euro per il rigassificatore (per il quale non c'è uno straccio di contratto di fornitura), si  è ritrovato recentemente con 8 manager e appaltatori arrestati per frode e corruzione dalla Guardia di Finanza e conserva la curiosa abitudine di retribuire i propri vertici con stipendi che fanno impallidire quello del Presidente USA Obama.
IREN esprime in ASA i due terzi del Consiglio d'Amministrazione, compreso l'Amministratore delegato, ed ha i poteri di gestione dell'Azienda. I risultati dopo anni ed anni di miracolosa privatizzazione sono sotto gli occhi di tutti: non solo le bollette sono salite alle stelle, ma gli investimenti sull'acquedotto e sulla sicurezza hanno mostrato in questi giorni tutta la loro inadeguatezza. 
A fronte degli aumenti tariffari, di quanti e quali investimenti ha potuto beneficiare la Città in questi ultimi 15 anni? Cominciamo da qui a fare chiarezza.
Ricordiamoci che il Consiglio comunale ha approvato un nuovo Statuto in cui si esprime per la gestione pubblica dell'acqua, all'indomani del referendum. Non a caso, ovunque nel mondo si sono fatti passi indietro rispetto alla privatizzazione dell'acqua e degli acquedotti. 
Livorno non è su un altro pianeta, anzi ha bisogno di attivare immediatamente lo stesso percorso di estromissione del socio privato e della speculazione finanziaria sull'acqua, anche per ottenere un meccanismo di perequazione: non avendo risorse idriche proprie non può certo continuare ad affidarsi al "mercato" ma deve confidare su un sistema pubblico, efficiente e trasparente, di ambito regionale.

Andrea Romano
Coordinatore provinciale IDV Livorno

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