sabato 5 gennaio 2013

CISPEL E' UNA LOBBY E NON RAPPRESENTA I CITTADINI


Periodicamente Alfredo De Girolamo, potentissimo capo della Cispel, lancia i propri "allarmi" riguardanti la necessità di rivedere le tariffe sull'acqua (al rialzo, immagino), costruire velocemente inceneritori e quant'altro.
E' di questi giorni l'ennesimo appello alla politica perché sciolga le riserve sui mega-inceneritori di Livorno e Firenze, che nessuno sul territorio vuole ma che - secondo la Cispel - servono per evitare emergenze, in ossequio ai voleri dell'Europa.
In realtà non è vero niente, perché proprio l'UE, oltre a deprecare i conferimenti in discarica, vieta anche quello negli inceneritori per tutto ciò che si può riciclare o riutilizzare (risoluzione parlamentare 20.04.2012): alcuni impianti a freddo riescono a riutilizzare fino al 99% dei rifiuti, triturando il secco non riciclabile e trasformando l'umido in compost. I guadagni di chi costruisce e gestisce forni velenosi andrebbero a monte, ma i cittadini ne avrebbero benefici economici e sanitari.
Ma cos'è questa Cispel che sembra voler decidere al posto degli organi democratici? Chi rappresenta? Si tratta di un'associazione tra aziende pubbliche e private dove vige il principio "più paghi e più conti": cioè più è alta la quota versata e più voti puoi esprimere in assemblea (art. 10 statuto), così una parte dei soldi delle bollette di acqua, rifiuti e gas se ne va per mantenere questa struttura ed i suoi equilibri di potere.
Pare che Cispel Toscana sia votata al lobbismo più sfrenato, tanto che sul sito internet si legge che rappresenta gli interessi delle aziende associate e che in questa veste "partecipa alla redazione delle leggi regionali" (!!) e "supporta i Comuni" nella formazione di società e consorzi: un vero e proprio circolo vizioso, dove i politici della Regione e dei Comuni nominano altri politici nelle aziende pubbliche, che si associano a quelle private dentro Cispel, che a sua volta esercita pressioni su Regione e Comuni perché si muovano per tutelare gli interessi delle aziende, anziché quello dei cittadini utenti e consumatori.
Tutto questo processo, lontano anni luce dalla trasparenza democratica con cui si dovrebbe decidere quando si tratta di servizi pubblici, ci costa oltretutto svariati milioni di euro, dato che i vertici di queste aziende continuano a pullulare di politici, ex-politici e manager privati super-stipendiati.

Andrea Romano 
Coordinatore provinciale IDV Livorno

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