Non posso concordare con le preoccupazioni espresse dalla consigliera regionale Gazzarri (Tirreno 17.10.2014), che di fronte alla possibile retromarcia del Comune di Livorno dal percorso di fusione di AAMPS in Retiambiente afferma che si "mette a rischio un lavoro di anni per superare la frammentazione nella gestione dei rifiuti".Innanzitutto, contesto sia il "lavoro di anni", mi risulta infatti solo un tira-e-molla tra chi possiede discariche da riempire e chi vuole appaltare la costruzione di mega-inceneritori, sia l'esistenza di un problema di frammentazione, visto che il paese è pieno di piccole aziende che funzionano a meraviglia, mentre i colossi aumentano le tariffe per tamponare i loro debiti.
Mi meraviglia poi che Gazzarri faccia il tifo per Retiambiente la quale non ha altro scopo che quello di privatizzare la gestione dei rifiuti, nonostante la Corte Costituzionale abbia chiarito più volte che il referendum riguardava anche questi servizi e che la gestione pubblica è consentita dalle norme vigenti. Aggiungo io che finora ha dato risultati migliori rispetto a quella privatizzata.
I problemi di AAMPS non derivano da una gestione pubblica o frammentata, ma da quel clientelismo che si elimina introducendo rigide regole di trasparenza ed efficienza.Per questi motivi tre anni fa mi rifiutai di votare la delibera di adesione a Retiambiente e credo che il Comune dovrebbe tirarsi indietro anche dal CTT Nord: Pistoia lo ha fatto e guarda caso i bilanci del trasporto pubblico adesso sono in attivo.
Non capisco neanche cosa ci costringa a mantenere tutte le aziende partecipate all'interno di Cispel, cioè la potente associazione che preme per queste fallimentari aggregazioni-privatizzazioni: sarei curioso di sapere, in tempi di crisi e di tagli, quanto riceve Cispel dal Comune attraverso le sue aziende e come spenda questi soldi, a partire dai compensi per i suoi vertici.
Andrea Romano - IDV Livorno
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