martedì 7 ottobre 2014

BASTA BUGIE, ECCO L'ALTERNATIVA AGLI INCENERITORI VELENOSI

Messo di fronte alla serie di imprecisioni e fantasie contenute nella sua appassionata difesa degli inceneritori, Faralli del PD (il Tirreno del 14.09.14) non ha potuto fare di meglio che accusarmi di "malizia", perché ho indicato oggettivi conflitti di interessi tra partiti, aziende e istituzioni. Inoltre, visto che non voglio respirare i veleni dei forni, ironicamente afferma che dovrebbero in alternativa buttare tutta la monnezza che non si può riciclare nel mio giardino.
Per me resta inutile costruire nuovi inceneritori se la produzione di rifiuti è in costante discesa: dobbiamo anzi accompagnare verso la chiusura i vecchi impianti implementando sempre di più il riciclo e soprattutto una riprogettazione dei cicli di produzione industriale, che anche grandi multinazionali hanno già avviato: secondo il rapporto della McKinsey sulla "circular economy", le grandi imprese arriveranno a risparmiare almeno 700 miliardi di dollari all'anno eliminando il concetto di "fine vita" dei prodotti, il packaging eccessivo, l'obsolescenza programmata, promuovendo il riuso e l'acquisto di "servizi" anziché di "prodotti".
Nel frattempo, il residuo non riciclabile che Faralli vorrebbe farci respirare una volta polverizzato (o buttare nel giardino di chi non è d'accordo), può essere invece, per esempio, trattato a freddo con procedimenti meccanici-biologici in modo che sia inertizzato e utilizzato come materiale da costruzione o altro, come succede già in numerosi impianti TMB.
Faralli può risparmiarsi quindi le dichiarazioni muscolari su quanto sia grande e forte il PD in questo momento: le cose possono sempre cambiare (Livorno docet) ed è più saggio quindi non esasperare mai i cittadini. Per quanto mi riguarda, preferisco stare all'opposizione o fuori dalle istituzioni piuttosto che prestarmi a certe manovre, come ho già dimostrato.

Andrea Romano - IDV Livorno

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