sabato 4 gennaio 2014

IL RIGASSIFICATORE E' MORTO, LIVORNO CHIAMI I SUOI INGEGNERI PER L'EOLICO DEL FUTURO


Ormai pare certo: il rigassificatore di Livorno è un fallimento totale, non ci sono contratti di fornitura e la redditività dell'impianto verrà garantita dalle tasche dei cittadini, che dovranno pagare in bolletta almeno il 70% dei potenziali ricavi, sotto forma di sussidio pubblico, a meno che il Consiglio di Stato non fermi la manovra.
Visto poi che fino al 2006 il travaso di gas liquefatto in mare era vietato perché troppo pericoloso (se sversato esplode senza fiamma) e che il Governo cambiò miracolosamente idea grazie ad un parere "tecnico" che nessuno riesce a reperire, possiamo solo augurarci che l'impianto chiuda i battenti prima possibile.
Mentre il mare di Livorno diventava il cantiere di questa trovata "geniale", l'ingegnere livornese Andrea Papini è andato in Piemonte a lavorare ad un brevetto per centrali eoliche troposferiche, che tramite vele collegate a cavi riescono a sfruttare i venti di alta quota per generare energia a prezzi bassi e senza rischi ambientali, paesaggistici o di altro tipo. Una manna sulla quale hanno già messo gli occhi gli arabi della famiglia reale saudita, che di energia se ne intende.
E' il momento di richiamare "in patria" persone come l'ingegner Papini per installare queste nuove tecnologie, anziché pericolosi e inutili rigassificatori. Livorno è stata destinata dalla programmazione regionale a produrre energia, quindi lo faccia assicurandosi la creazione di posti di lavoro e abbattendo l'impatto ambientale ed i costi: un impianto eolico troposferico potrebbe alimentare non solo le abitazioni dei livornesi, ma anche l'elettrificazione delle banchine portuali e gli impianti industriali. Scelte coraggiose di questo tipo verranno poste dall'Italia dei Valori al centro del dibattito elettorale per la scelta del nuovo sindaco.

Andrea Romano - Coordinatore provinciale IDV Livorno

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