mercoledì 20 febbraio 2013

INTERVISTA OGNISETTE.IT SU ELEZIONI NAZIONALI E POLITICA LOCALE



Andrea Romano (Idv): ci vuole più legalità

Andrea Romano attuale segretario provinciale di IDV a Livorno, è stato a lungo il più battagliero oppositore della giunta di Alessandro Cosimi negli ultimi due anni. Oggi risponde ad alcune domande sulle elezioni imminenti e sui problemi più scottanti del nostro territorio:sanità, province, edilizia, Porto 2000 ecc.

Come ti trovi nella coalizione a guida di Antonio Ingroia per le elezioni?
«Benissimo, il programma rispecchia in pieno quelli che sono stati gli obiettivi politici di IDV in questi anni, il candidato premier è una personalità prestigiosa e determinata, i candidati in lista sono stati selezionati soprattutto dalla società civile e dai movimenti, per rinnovare la classe politica. Credo che questo progetto potrà fare molta strada, perchè in Italia c'è un'emergenza riguardante la legalità e la giustizia sociale e noi vogliamo risolvere questi problemi».
In Lombardia Rivoluzione Civile appoggia per le regionali Ambrosoli. Non è logico anche aiutare il centro-sinistra per il senato?
«Ambrosoli è una persona che proviene dai movimenti che si battono per la legalità e la lotta al malaffare, sostenuto da una coalizione omogenea, in risposta al disastro di Formigoni e della destra. Lo appoggiamo con convinzione. A livello nazionale, invece, il PD viene da un'esperienza di governo insieme a Monti e Berlusconi e non ha accettato finora di rivedere l'agenda politica per il futuro: su queste basi non è possibile collaborare, forse il voto massiccio a Rivoluzione Civile potrà portare ad un ravvedimento».
Tre giudici sono alla guida di partiti e città, altri sono candidati al Parlamento; non trovi che il rapporto tra magistratura e politica attiva sia da chiarire per la delicatezza dei ruoli costituzionali?
«Nella patria della democrazia liberale e della separazione dei poteri, gli Stati Uniti, è considerato normale ed anzi auspicabile che i procuratori più attivi nella lotta al crimine organizzato ed alla corruzione portino successivamente il loro contributo in politica, basti pensare a Rudolph Giuliani, che dopo aver perseguitato la mafia come procuratore, insieme a Falcone, ha poi fatto il sindaco di New York per 7 anni. Anche tutti i partiti italiani candidano da sempre magistrati, non lo considero un rischio per l'imparzialità della giustizia, a meno che non si torni poi nel ruolo che veniva ricoperto in precedenza».
Come valuti il Governo Monti?
«È stato un vulnus alla democrazia ed agli interessi del paese: nato sull'onda del terrore dello spread, ha poi prodotto l'aumento della disoccupazione e del debito pubblico, riuscendo solo a tassare le fasce sociali già duramente colpite dalla crisi. Per ingraziarsi Berlusconi, che conservava la maggioranza parlamentare, ha rinviato l'asta delle frequenze radiotelevisive e promosso una legge sulla corruzione criticata duramente dalla Corte di Cassazione. Il PD guidato da Napolitano si è prestato a questo gioco troncando ogni rapporto con IDV che invece ha abbandonato subito ogni tentazione di appoggiare un governo insieme al PDL e all'UDC».
La riduzione del numero delle Province ha provocato un dibattito lacerante. Dopo le dimissioni del Governo che hanno bloccato la riforma, rimarrà tutto come adesso oppure si andra' alla eliminazione di tutte le Province?
«Spero nell'eliminazione delle spese politiche delle province, salvaguardando lavoratori e servizi, ma anche nell'unione tra piccoli comuni (che non hanno senso) e soprattutto nella riduzione netta del finanziamento ai partiti, del numero e del costo degli eletti e dei manager pubblici (che spesso guadagnano cifre scandalose da capogiro)».
La stagione della forma 'spa' per le ex municipalizzate sembra volegre al termine. Quali prospettive per la gestione di rifiuti, trasporti locali, acqua e gas?
«La pseudo-privatizzazione lottizzata è stata per molti versi una truffa, un modo per aggirare le normative più trasparenti previste per gli enti pubblici e così perpetrare clientele e sprechi. Faccio il tifo per la gestione totalmente pubblica dell'acqua, dato che in Francia questo cambiamento ha già prodotto un calo dell'8% sulle bollette, ma anche per tutti i servizi pubblici locali: non abbiamo bisogno di finte gare e finta concorrenza, ma di regole che rendano  la gestione trasparente e partecipata da parte dei cittadini-utenti».
Per la Atl oggi Ctt lei ha presentato pubblicamente domande molto precise. Quali risposte ha ricevuto?
«Nessuna, ovviamente, dato che le domande erano retoriche e riguardavano la constatazione del fatto che la maggioranza pubblica non controlla l'azienda ma anzi subisce le iniziative del privato che detiene i poteri di gestione, che le clausole sociali sono inefficaci in quanto prevedono la protezione dei lavoratori "per quanto possibile", che si parla apertamente di esuberi e che l'amministrazione comunale continua a non operare per un piano del traffico che possa favorire il trasporto pubblico».
Al seminario organizzato dalla Uil di Livorno, un esponente del governo ha detto che il rilancio deve puntare sul sistema dei trasporti e sul turismo. Qui da noi i convegni - ricordo quello del febbraio 2011 concluso da Rossi e Camusso - si sono succeduti a ritmo frenetico, con pochi effetti. Tu su che cosa punteresti?
«Dobbiamo sfruttare al massimo l'occasione fornita dallo sviluppo del traffico crocieristico: Porto 2000 per me deve restare pubblica ed investire gli introiti sul territorio, non dobbiamo consentire l'apertura di outlet e centri commerciali in porto ma collegare meglio e velocemente le banchine dedicate alle crociere ad un centro cittadino riqualificato e liberato dal traffico urbano, il tutto in un contesto che possa salvaguardare le attività portuali tradizionali ad alto tasso occupazionale (porto commerciale, riparazioni navali) e che, attraverso l'elettrificazione delle banchine, già cominciata, ci tuteli dall'inquinamento atmosferico contribuendo così a rendere più vivibile il centro per residenti e turisti».
Report ha svelato molti punti oscuri della  amministrazione pubblica e dei partiti. Perchè su alcuni temi le sinistre sono arrivate dopo i giornalisti Gabanelli, Rizzo, Stella, Iacona, ecc.?
«Credo che il problema riguardi non una parte politica ma l'intero sistema dei partiti, visto che se da una parte ci sono persone come Berlusconi entrate in politica per farsi dichiaratamente gli affari propri, dall'altra c'è chi ha costruito un rapporto politica-affari che vede uomini di partito passare disinvoltamente da incarichi pubblici a quelli di società private che hanno rapporti con le istituzioni, e viceversa. Il tutto senza meccanismi di rinnovamento della classe dirigente, che in questo modo diventa casta».
Partecipazione. Ricordiamo la canzone di Gaber che anticipava un tema molto sentito. Che cosa occorre per avvicinare di nuovo i cittadini alla politica?
«Innanzitutto legalità: i casi di corruzione e malaffare che vengono scoperti a ritmo vertiginoso disgustano i cittadini, ma la politica finora non ha saputo fare di meglio che dare la colpa ai magistrati che indagano facendo il loro dovere. Inoltre dobbiamo ripristinare le preferenze per consentire la scelta libera dei rappresentanti politici. Infine ci vuole maggiore sobrietà: chi riveste un ruolo pubblico deve farlo per passione e non per ottenere privilegi».
La raccomandazione. Questo è il modello acquisito per trovare lavoro; come si può battere questa degenerazione?
«La raccomandazione è figlia della mancanza di trasparenza nel settore pubblico e di offerta occupazionale stabile nel settore privato: il secondo problema non è di facile soluzione, perché legato alla crisi economica, la quale può risolversi secondo me solo rivedendo le teorie finora applicate a livello mondiale: anche premi nobel come Stiglitz e Tobin dicono da anni che è necessario un profondo cambiamento per evitare l'impoverimento sistematico dei paesi industrializzati. Per il primo problema è invece sufficiente una normativa che vieti la possibilità di assunzioni nel pubblico impiego a chiamata diretta oppure con concorsi fatti "su misura". Penso ad esempio a prove svolte a livello nazionale o almeno regionale per la creazione di graduatorie a cui attingere, oltre all'eliminazione del precariato pubblico».
Evasione fiscale. Alcuni sostengono che il fisco premiale possa essere la via migliore - scaricare ad esempio il 35% per le spese principali come sanità, i libri di scuola,ecc. In fondo l'esperimento del 55% ha dato buoni frutti.
«Si può agire consentendo di scaricare il più possibile ma anche attraverso una più efficace repressione della grande evasione: noi proponiamo la creazione di una struttura dedicata alla confisca dei grandi patrimoni illeciti, frutto di attività criminali e dell'evasione fiscale dei grandi gruppi d'affari. "Pedinare" chi non chiede lo scontrino del pane può servire solo a creare un contesto culturale più rigoroso, ma per recuperare i miliardi bisogna guardare più in alto».
La situazione della sanità sulla costa della Toscana, preoccupa tutti. Si susseguono le diatribe tra Massa,Pisa,  Livorno, Cecina e l'Elba. Come ne possiamo uscire?
«La sanità, toscana e non, nasconde da sempre un putrescente giro d'affari miliardario tra strutture pubbliche e private convenzionate, aziende farmaceutiche, baronie mediche-manageriali e clientele varie. Tutto si ripercuote sul parco buoi dell'utenza, chiamata a tappare i buchi con ticket e tagli ai servizi. Ne usciremo solo pretendendo maggiore trasparenza e legalità, in un paese il cui tasso di corruzione, secondo l'ONU, è maggiore rispetto a molte dittature asiatiche e africane».
L'edilizia sembra essere l'unico settore in espansione a Livorno con le molte varianti in approvazione. Qual è la posizione di Idv che tra l'altro in Regione si riferisce alla prof. Marson assessore alla urbanistica?
«Si ricorre alla scusa dell'emergenza abitativa, sfratti e morosità incolpevoli, per rovesciare cemento sulla Città. In realtà a chi è in difficoltà oggi non serve sapere che tra 15 anni saranno pronti altri palazzi, servono nuove regole di gestione del patrimonio immobiliare esistente, a partire dai criteri per lo sgombero dei morosi non indigenti (cioè i furbi), per la riassegnazione di alloggi occupati da chi non ne ha più bisogno, per la definizione dei canoni di locazione e così via».
Vigile di quartiere. Sei favorevole al ripristino di questa figura?
«Certamente sì, è importante un presidio di prossimità in ogni quartiere cittadino, che provveda soprattutto ad interfacciarsi con i cittadini per capire, approfondire e segnalare ogni problema di vivibilità e sicurezza. Inoltre c'è l'effetto deterrenza: veder circolare discretamente coloro che sono preposti alla tutela della legalità può scoraggiare molti comportamenti illegittimi o scorretti, aumentando la prevenzione senza per questo militarizzare il territorio: i bobby londinesi per esempio non portano armi».
a cura di Bianca e Ruggero Morelli

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