| Mauro Grassi |
Siamo rimasti allibiti per le parole dell’assessore Grassi, come riportate dalla stampa, sulla cosiddetta variante urbanistica di via Goito, ma veniamo prima al merito della questione:
- non è affatto obbligatorio procedere con la tecnica degli oneri a scomputo, specialmente in un momento come questo in cui si alzano le tasse comunali e si taglia il salario dei lavoratori delle aziende partecipate: fare a meno di una entrata per oneri di urbanizzazione pari a oltre tre milioni di euro in cambio di promesse di lavori futuri appare inopportuno, rischioso e inaccettabile;
- le opere promesse in cambio della rinuncia ai tre milioni: all’inizio era previsto solo un parco pubblico, quando però qualcuno ha fatto notare che con tre milioni il parco doveva esser fatto di alberi placcati oro allora sono state annunciate anche una rotatoria in via Goito e una nuova scuola: la rotatoria per ora è un progetto fumoso, basti pensare che dovrebbe esser piazzata all’incrocio strettissimo con via dell’Ambrogiana, la scuola è solo un modo per rendere più presentabile l’operazione, dato che con i soldi degli oneri si potrebbero mettere in sicurezza varie scuole, anziché trasferirne una sola;
- l’operazione in quanto tale appare come un grave appesantimento non solo in via Goito, dove insisterebbero altri appartamenti, automobili, ecc. ma anche in via Calatafimi e via Corcos, ove sono previsti altri parcheggi sotterranei, fonte di guadagno a prezzo però di disagi per la costruzione e successivamente di degrado dovuto alla cementificazione ed al traffico;
- nessuno ci ha fatto capire cosa ha impedito al Comune di stendere una convezione per un progetto di tipo diverso in accordo con la proprietà, presentando la bozza o almeno gli indirizzi al Consiglio insieme alla “variante” per la suddivisione in sub-ambiti.
Per quanto riguarda le parole di Grassi, è assurdo che l’assessore voglia rilanciare l’occupazione attraverso la cementificazione con l’apertura di un cantiere in via Goito e – aggiunge – l’approvazione di un bando per l’apertura di due bar!
Inqualificabile poi quello che appare un tentativo di forzare la mano e violare la libertà di voto dei Consiglieri comunali, lasciando intendere che in caso di cui la delibera non venisse approvata ci sarebbero conseguenze legali.
Data la gravità di tali affermazioni, che hanno prodotto l’abbandono dell’aula per protesta di molti Consiglieri, a questo punto pretendiamo un chiarimento scritto da parte dell’Avvocatura civica, prima di tornare a discutere in aula.
A questo proposito, senza spirito polemico, ci teniamo a precisare che non è colpa dei Consiglieri comunali se i proprietari dell’area non si sono trovati d’accordo e quindi il regolamento vigente non basta a garantire il proseguimento dell’operazione: se in casi come questo è previsto un dibattito e un libero voto del Consiglio significa che non si può prescindere da una valutazione politica sull’interesse pubblico, che abbiamo il dovere di tutelare prima di qualsiasi interesse privato.
Lorenzo Del Lucchese – Vice Presidente Commissione Urbanistica (IDV)
Andrea Romano – Capogruppo Italia dei Valori
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