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| Maila Nosiglia |
In questi ultimi giorni Matteo Renzi è dappertutto e non se ne può più. Decisamente insopportabile. E allora, di fronte al suo invocare un cambiamento della sinistra mi vien di pensare che….non possiamo che ripartire dai valori, abbandonando quella mala cultura di destra fondata sul disprezzo dell’altro, sul mito del successo innanzitutto, sull’annullamento del concetto di dignità radicatasi in questi ultimi trenta anni.
La società di massa, nata alla fine dell’’800, che aveva una sua etica fondata sulla rispettabilità, passata attraverso il mito dell’uomo forte e poi del selfmademan è poi approdata, nel dopoguerra del boom economico, ad una sorta di vertigine che coagulando tutto quel che c’era stato prima ha aperto la porta ad un ’68 che ha scosso le certezze con falsi miti di liberazione collettiva per poi, negli anni ’80 di Craxi, rapprendersi attorno ad un modello di uomo superiore alle regole, nel quale l’arroganza faceva il paio con l’intelligenza (pensiamo oltre a Craxi a tipini come Martelli o De Michelis che veicolavano un’idea di uomo furbissimo, interessante, meglio se belloccio, vincente, a cui tutto era lecito ), fino ad arrivare al tipo maitre della comunicazione, simpatico, incarnazione di un italiano medio che, a differenza dei personaggi di Sordi, ce la fa, nel mondo della globalizzazione.
In tutti questi anni la cultura di destra, soprattutto attraverso la tv, si è radicalizzata, e mentre da più parti si gridava allo scandalo di una sinistra che avrebbe monopolizzato fin i libri scolastici intrisi di materialismo storico, non ci accorgevamo che ormai la formazione non era più affidata alle scuole ma la si faceva prevalentemente in tv e allora chi invece aveva capito ci riempiva le case e la testa di programmi spazzatura, pieni di violenza verbale e cultura della sopraffazione, ma anche di fiction rassicuranti e oppiacee.
E siamo all’oggi, nel quale una classe dirigente becera e ignorante tiene in pugno un paese dove i modelli (televisivi) sono dati da bulli acritici e veline acefale.. Non tutti certo, ma provate un po’ a guardare certe trasmissioni di tronisti o di litigate furibonde (false) tra parenti o vicini…e poi ne riparliamo…
Dunque l’imperativo categorico è che la sinistra riparta da modelli valoriali radicalmente diversi.
Marx diceva che il mondo dell’etica e dello spirito è emanazione e prodotto dell’economia e dei rapporti che ne sono alla base. Oggi paradossalmente siamo qui a dire di ripartire dai valori per poter ricostruire un mondo di cui non ci si debba più vergognare e nel quale la novità non sia rappresentata da giovinastri ambiziosi e avventurieri, che neanche sanno che cos’è un ideale, e magari se ne vantano, e che solo casualmente si trovano sulla sponda avversa a quello che dicono (neanche tanto) di voler combattere ma di cui nei modi e (forse anche nei pensieri) sembrano la fotocopia. Signorini benvestiti e ben pettinati, che si muovono sul palco con eleganza e naturalezza, che neanche Pippo Baudo…. Se è questa l’alternativa!
E’ già stato difficile abituarsi a gente come D’Alema o Veltroni che, politicamente nati nei corridoi del vecchio PC, quando già la spinta ideale nata dalla guerra di liberazione si era consumata, avevano incarnato la seconda generazione di funzionari burocrati, e ci troviamo a dover fare i conti con questi sbarbatelli il cui pensiero centrale, nonostante tentino di dissimularlo,è chiaramente quello di fare una carriera più folgorante possibile.
Ma a ben guardare questi signori, accecati come sono dalla loro voglia di emergere, non vedono ciò che sta loro davanti: un cittadino che non ne può più, un cittadino che ha gettato fango(quello vero) sulle macchine blu che sfilavano davanti alla tragedia, simbolo di ottusa tracotanza e ostentata sicurezza del potere che non si addice ai tempi che stiamo vivendo. Questa gente se Dio vuole è ormai nuda e rischia davvero di essere travolta da un popolo, e i referendum l’hanno dimostrato, che ne ha fin sopra i capelli, che invoca dirigenti degni.
Noi vogliamo dirigenti aristoi, i migliori, che credano in un mondo pulito nel quale, udite udite, anche la politica sia pulita e dove ci si dedichi ad essa con l’unico vero obiettivo di migliorare questo nostro mondo che, per colpa di pochi, sembra ormai andare alla deriva.

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