sabato 17 settembre 2011

Una proposta concreta

Questi appena passati sono stati giorni di banchetti per la raccolta delle firme, giorni importanti anche perché, come succede, è stata l’occasione per entrare in contatto con tante persone, per parlare, per scambiare opinioni.
La gente ci cercava, voleva firmare a tutti i costi e spesso molti ci erano chiaramente grati di essere lì a dare il nostro tempo per alimentare le loro ultime speranze. Alcuni hanno voglia di parlare, altri meno, ma in tutti senti una rabbia che concentrano in quella firma: “se vuoi te ne metto venti, di firme”…..
I livornesi sono persone spesso ironiche e non manca la battuta, anche sferzante, irriverente, verso quell’odiato simbolo di un mondo che non piace, che li umilia, che li degrada e di una classe politica padrona e parassita.
E’ questo che soprattutto emerge e da cui noi “banchettari” siamo a malapena tenuti fuori: la rabbia verso coloro che fanno politica di mestiere, per convenienza, sfruttatori arroganti e impuniti, che anche nei loro gradi più bassi si muovono in mezzo a privilegi e consistenti stipendi. “Tutti a casa devono andare…”, è l’espressione più ricorrente. C’è il rancore, se non l’odio.
E allora…noi che facciamo politica attivamente, noi che sappiamo della nostra buona fede, dobbiamo far finta di nulla? Faccio una proposta concreta: non aspettiamo leggi che vengano dall’alto e che, in difesa di interessi personali, chissà se verranno. Creiamo un fondo di solidarietà per i livornesi e per Livorno. Facciamoci confluire una parte degli stipendi di tutti coloro che , eletti o nominati, occupano poltrone o poltroncine ed utilizziamo questi denari, anche solo simbolicamente, per soccorrere quei nostri concittadini, scandalosamente costretti a sopravvivere al limite della dignità.
Cominciamo da noi. Da noi dell’ Italia dei Valori.
Forza, chi mette la prima pietra?

4 commenti:

  1. L'UDv.........è finito,sparito.....dove ti rifugerai?

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  2. la prima pietra tombale...ahahahahahahah

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  3. Facci sapere la tua ennesima stolta scelta politica.

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  4. La gente ci cercava, voleva firmare a tutti i costi e spesso molti ci erano chiaramente grati di essere lì a dare il nostro tempo per alimentare le loro ultime speranze. Alcuni hanno voglia di parlare, altri meno, ma in tutti senti una rabbia che concentrano in quella firma: “se vuoi te ne metto venti, di firme”…..


    AHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!

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