martedì 2 agosto 2011

PRESTO AAMPS DOVRA' RENDERE CONTO DI RITARDI E INEFFICIENZE

Andrea Romano
Dopo il referendum, è scattata la corsa alla privatizzazione delle aziende di gestione di rifiuti e trasporti, settori che invece ricadono insieme a quello dell'acqua nell'ambito dell'art. 23 bis abrogato dai cittadini.
Così, dopo aver obbligato tanti comuni a scegliere la "gara" regionale sul trasporto pubblico, sotto la minaccia del taglio dei contributi, ora le lobbies industriali premono sul versante rifiuti.
Nei Comuni della Toscana costiera (ATO costa) dovremmo discutere quali politiche dei rifiuti applicare: innanzitutto preservare la gestione pubblica dove c'è già ed estromettere i privati là dove presenti (l'esempio della REA di Rosignano, con la quota privata in mano agli indagati delle inchieste sulla monnezza di Napoli, è emblematico).
Inoltre, attuare un piano industriale basato non più sugli inceneritori e le discariche ma sulla differenziata porta-a-porta e sul trattamento a freddo (impianti di compostaggio e di riciclaggio meccanico-biologico), in base alla strategia "rifiuti-zero" apprezzata dai cittadini, applicata in questi giorni a Napoli da De Magistris ed approvata da tutto il centrosinistra del Comune di Livorno (mozione dello scorso anno) e della Provincia di Lucca (documento firmato dal neo-Presidente Baccelli).
A Livorno per ora non si è vista né l'estensione del porta-a-porta, né la riforma del piano impiantistico: mentre la Regione sogna mega-bruciatori, noi siamo sempre qui a svuotare i cassonetti di una raccolta che viene differenziata malissimo e a lambiccarci il cervello per ampliare a tutti i costi l'inceneritore.
AAMPS dovrà presto rendere conto alla Commissione Ambiente, che ho l'onere di presiedere, di questi ritardi irritanti e sempre meno giutificabili: se ce la fanno Novara, Lucca, Salerno (dove in un anno e mezzo la differenziata è passata dal 7% al 75%!) e perfino Napoli, ce la dobbiamo fare anche noi, senza scuse.

Andrea Romano - Italia dei Valori

1 commento:

  1. Anche qui è tutto condivisibile tranne però sulla specifica del Porta-a-porta che, personalmente (dopo aver approfondito il problema), credo che fosse una strategia che aveva senso 10 o 20 anni fà e che, infatti, nei paesi del nord europa hanno correttamente applicato. Ai tempi di oggi le tecnologie hanno fatto passi da gigante e permetterebbero (anche con i vecchi "sistemi di raccolta" logicamente più economici) di arrivare a percentuali di materiale "effettivamente" riciclato sui livelli del sistema capannorese (le cui alte percentuali sono riferite purtroppo solo alla "raccolta").
    E' effettivamente un discorso molto complesso e su cui è necessaria una strategia lungimirante (che non c'è mai stata anche per colpe politiche) e che rischia di finire spesso nella demagogia.
    Marco

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