In merito alla malaugurata ipotesi di entrata in funzione di due centrali a biomasse nel porto di Livorno, che oltre a togliere spazi preziosi per le attività logistiche sulle banchine non garantiscono nessun incremento occupazionale apprezzabile, ignorando la volontà contraria a questo tipo di impianti espressa un anno fa dal Consiglio Comunale, è necessario ribadire con forza l'impegno al miglioramento della qualità dell'aria e quindi della vita dei cittadini.
Per questo chiedo alle Amministrazioni comunale e provinciale di attivarsi nei confronti degli investitori privati per proporre progetti alternativi nel solco della "Green economy" (creazione di posti di lavoro nel rispetto della vivibilità e della salute pubblica).
Qualora queste realtà imprenditoriali si dimostrassero sorde a qualsiasi appello ragionevole e puntassero direttamente a far cassa grazie ai famigerati "certificati verdi" del Governo (cioè finanziamenti pubblici regalati a chi inquina), dobbiamo costringere queste centrali a dotarsi di filtri per le polveri emesse e di sistemi di abbattimento per i pericolosi ossidi di azoto, oltre a raggiungere comunque un accordo con ENEL per la chiusura della vecchia centrale elettrica e con la Port Authority per l'elettrificazione delle banchine in porto.
Andrea Romano - Italia dei Valori
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