Nell'autunno dello scorso anno ebbi occasione di complimentarmi pubblicamente con l'AAMPS per aver finalmente, dopo anni di ottusità, deciso di partire con la raccolta porta-a-porta, unico metodo valido per ottenere una gestione dei rifiuti economica e sostenibile. Ci mise lo zampino anche un esperto nazionale, Raphael Rossi, chiamato dal sindaco su mia richiesta. Molto promettenti le percentuali che la stessa AAMPS diffondeva quasi quotidianamente, con la differenziata passata dal 30 al 90% in poche settimane nel quartiere Venezia.Che cosa è successo dopo? La raccolta porta-a-porta si è estesa in primavera anche nelle zone di Porta a terra, Padula, ecc. ma stavolta AAMPS mi pare sia stata avara di informazioni e percentuali. Come mai? E' necessario sapere se il progetto sta funzionando oppure no.
All'inizio dell'estate l'opinione pubblica è venuta a conoscenza di alcuni rilievi mossi dai revisori dei conti su come vengono spesi i contributi per l'avvio del porta-a-porta, oltre alla malcelata volontà dell'azienda di aumentare la tariffa con la scusa delle maggiori spese del porta-a-porta, proprio mentre nei comuni dove è stato introdotto questo metodo la tariffa sta ovviamente diminuendo, grazie alle economie su selezione e smaltimento: anche su questi aspetti è poi calato il silenzio.
Infine, non si hanno più notizie dell'ulteriore estensione prevista entro l'anno, che dovrebbe interessare i quartieri di Coteto, Colline e Salviano. A che punto siamo?
Mentre si sta completando il puzzle del nuovo governo municipale (assessori, commissioni, manager), è necessario a mio avviso puntare subito i riflettori su AAMPS perché la svolta iniziata venga portata a termine, anziché tornare indietro condannando Livorno a tariffe alte, inceneritori velenosi e cassonetti-discarica.
Andrea Romano - IDV
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