Sono rimasto deluso dalle dichiarazioni riportate dal Tirreno dell'Ammiraglio De Bernardo: io ho sfidato provocatoriamente tutti coloro che giurano sulla sicurezza delle acque cosiddette decontaminate del CISAM ad utilizzarle per un farsi un bel bagno o per togliersi la sete. De Bernardo ha risposto chiedendo che il primo a tuffarsi sia il sottoscritto.
Non solo mi rifiuto categoricamente di bagnarmi in quelle acque, ma mi sono anche rifiutato di partecipare alla visita della Commissione ambiente del Comune presso il CISAM nella zona del reattore dismesso, tenendomi prudentemente alla larga, tanta è la mia sfiducia nei confronti delle modalità con cui viene gestito il materiale contaminato dalle radiazioni nucleari.
Ancora non riesco a spiegarmi come sia stato possibile per il CISAM aver inaugurato una nuova era, quella dello smaltimento di acque radioattive nell'ambiente, attraverso diluizioni che ne mantengano i valori al di sotto dei limiti di legge: se non erro le normative sui rifiuti vietano la diluizione come metodo per evitare tecniche di smaltimento più complicate e costose.
Inoltre il vigente decreto legislativo 31/2010 prevede lo stoccaggio dei rifiuti nucleari in un sito nazionale sicuro denominato "Parco tecnologico" che il governo ha finora evitato di costruire probabilmente per risparmiare quattrini, nonostante ne stia sprecando parecchi per il funzionamento della società statale Sogin s.p.a. (e per lo stipendio dei suoi dirigenti), appositamente creata per gestirlo.
Andrea Romano - Consigliere comunale IDV Livorno
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