Adesso che le operazioni per lo sversamento delle acque radioattive del CISAM verso il mare livornese sono iniziate, un sacco di gente si accorge del problema e la cosa non può che farci piacere.
Tuttavia, si tratta di prese di posizione purtroppo tardive e inutili.
La notizia è diventata di dominio pubblico all'inizio dell'anno e scorrendo le cronache del Tirreno possiamo trovare già il 13 gennaio scorso una richiesta del sottoscritto, a nome dell'IDV, di convocare appositamente la commissione ambiente. Rifondazione annunciò un'interpellanza, per il resto...silenzio.
Il 4 marzo tornai alla carica, chiedendo pubblicamente se fossero vere le notizie riguardanti la storia non proprio limpida dell'amministrazione del reattore (all'epoca, perfino infiltrazioni della P2), la lavorazione di plutonio e uranio impoverito e le attività coperte da segreto militare: nessuna reazione o risposta.
Ancora, il 24 marzo il Tirreno pubblicò il mio ennesimo appello (a vuoto) per una commissione ambiente alla presenza delle autorità militari, di ARPAT e dell'azienda sanitaria, visto che i livelli di radioattività sotto i limiti di legge non sono mai stati sufficienti a garantire l'incolumità per le persone e l'ambiente (anzi hanno provocato danni incalcolabili, anche se a norma di legge) e soprattutto visto che la rottura dell'acquedotto di Filettole, che lasciò Livorno a secco per diversi giorni, è avvenuta proprio nell'area di passaggio delle acque contaminate! Ma anche allora, nessuno condivise questi allarmi e la nostra preoccupazione.
Farlo adesso che le operazioni sono già iniziate rischia solo di aggiungere involontariamente al danno la beffa: ormai è meglio sperare o pregare, a seconda delle proprie convinzioni.
Andrea Romano
Consigliere comunale IDV Livorno

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